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Quando è nato il primo formaggio? Nel Neolitico!

Forse non lo sapevi, ma i prodotti caseari hanno avuto origine ben più di 5000 anni fa: si pensa che fu un caso dovuto a una mosca caduta in un secchio di latte.

Per tutti gli amanti dei formaggi e dei derivati del latte: ora finalmente sappiamo chi è responsabile di questo nostro grande amore. Chi? Beh, una mosca preistorica!
Infatti, i nostri amati formaggi freschi e stagionati, sono nati per caso durante l’era del Neolitico. Questo dato emerge dallo studio pubblicato su Current Biology che offre un particolare scorcio sulla storia alimentare dell’uomo.

Da nomadi a sedentari: questo cambia tutto

Le basi di questa storia risalgono ancora più indietro nel tempo, quando circa 10mila anni fa, l’uomo si apprestava a completare la transizione da specie girovaga e cacciatrice, a stanziale e dedita all’agricoltura. In Mesopotamia, quella terra “in mezzo ai fiumi” in cui si sono trovate primariamente le condizioni favorevoli alla coltivazione del grano e all’allevamento di animali, l’umanità per la prima volta aveva a disposizione con costanza latte e carne fresca. Questo cambiamento pone dunque le basi per la convivenza con un altro tipo di organismi di cui gli esseri umani ancora non avevano consapevolezza: i batteri, i lieviti e altri microorganismi.

Cosa successe secondo Current Biology

La prima cagliata della storia, secondo questa ricerca, sarebbe nata in maniera del tutto fortuita. Circa 5.500 anni fa, dopo più di 5 millenni di vita agricola, un moscerino della frutta potrebbe essere caduto all’interno di un secchio di latte, avviando il processo di coagulo che oggi chiamiamo cagliata. Così sarebbe nato il primo yogurt della preistoria, un primo passo nel lungo viaggio che ci porta ad avere questi prodotti prelibati sempre disponibili sugli scaffali dei supermercati di oggi.

Lo studio riporta l’ipotesi che il moscerino portasse con sé un progenitore del Kluyveromyces lactis, un lievito comune nei formaggi freschi e nel kefir (una bevanda simile allo yogurt ottenuta dalla fermentazione del latte). Questo microrganismo, incapace di utilizzare lo zucchero del latte, il lattosio, come fonte di energia, per sopravvivere si sarebbe unito con un altro microrganismo simile, presente nel latte fresco: il Kluyveromyces marxianus, già presente nel latte fresco.

E poi da cosa nasce cosa…

La conseguenza dell’unione di questi due lieviti, prosegue lo studio di Current Biology, fu la creazione di una variante potenziata del Kluyveromyces lactis, che a questo punto avrebbe acquisito i geni adatti per metabolizzare il lattosio e trasformare il latte in qualcosa di totalmente nuovo.
Questa prima esperienza umana con la trasformazione del latte, attraverso un misterioso processo che ancora oggi ha del miracoloso, ha portato al riconoscimento delle qualità peculiari della sostanza che attualmente chiamiamo yogurt: dolce e leggermente acidulo, un gusto molto piacevole e con il vantaggio di essere più agevolmente conservabile rispetto al latte appena munto. Inoltre, lo yogurt stesso consentiva di replicare il misterioso processo che avviava la trasformazione del latte semplicemente aggiungendolo a un nuovo contenitore di latte!
Una volta aperta questa porta, non c’era più limite alla fantasia degli allevatori del Neolitico, che in breve tempo scoprirono anche che questo non era l’unico modo per conservare più facilmente gli alimenti, tra i tanti come non citare la fermentazione. In questo modo selezionarono nel tempo i lieviti, i funghi e altri batteri utili, che hanno portato la tradizione casearia fino a oggi, alcuni di essi sono persino utilizzati ancora oggi!

Fonte: https://www.focus.it/cultura/storia/i-formaggi-tutto-merito-di-una-mosca-preistorica

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