C’è chi lo chiama squaccherone, squacquero, squaquerone, scquaquerone, squaqquerone, insomma, indovinare come si scrive è molto difficile!
È sempre lui, uno dei simboli più importanti della nostra amata Romagna: lo Squacquerone, o come lo chiamiamo nel nostro amato dialetto: squaquaròn. Si chiama così perché il suo tratto distintivo è proprio il fatto che squacquera, si disfa su sè stesso appena rimosso dal suo contenitore.
Che tipo di formaggio è lo Squacquerone
La consistenza molle dello Squacquerone lo rende infatti un meraviglioso formaggio da tavola dai mille usi: da degustare in antipasto abbinato a mieli e frutta caramellata, spalmato su un crostino di pane per uno spuntino o aperitivo, o all’interno di un panino per un pranzo veloce.
Noi romagnoli ovviamente adoriamo lo Squacquerone sulla piadina insieme a prosciutto crudo e rucola.
Quando è nato lo Squacquerone?
La sua storia pare arrivi addirittura dal Medioevo! Un riferimento al caseum mollem appare infatti nientemeno che sul Satyricon di Petronio Arbitro, del I secolo d.C.
Il primo documento con un riferimento più esplicito, tuttavia, è contenuto in una corrispondenza datata 15 febbraio 1800 tra il vescovo di Cesena Bellisomi e Casali, vicario generale della diocesi. Nella lettera il primo, in trasferta a Venezia per un conclave, chiede notizie sugli Sqacqueroni ordinati, ma non ancora ricevuti.
E siccome dalla storia bisogna sempre imparare… Ora sai che non devi mai rimanere senza Squacquerone!